Il Patrimonio sacro di Pirano

Le prime tracce di architetture sacre a Pirano risalgono al VI sec. d.C. La cittadina fu elevata molto presto a sede parrocchiale, alla cui circoscrizione appartenevano diverse località del suo territorio. La maggior parte degli edifici ecclesiastici sorse nei secoli XIII e XIV in ragione di “quella Cristiana divotione” che, come affermava il vescovo Paolo Naldini nella sua Corografia (1700), “nel cuore di Pirano, fino dai primi anni innestata, seppe architettare al Clero secolare tante Chiese”. I dati sinora noti attestano che la città poteva vantare un convento, oltre 23 chiese e numerose cappelle, che nel corso dei secoli hanno subito modifiche o si sono fuse con gli edifici adiacenti. Il patrimonio artistico esistente nelle chiese si deve in gran parte alle confraternite, infatti, queste associazioni dotarono i loro altari e anche le loro sedi di sculture, dipinti, paramenti pregiati, biblioteche.

Zemljevid Pirana okoli leta 1800 Grazie a lasciti e donazioni dei confratelli, fondarono anche ospedali, ospizi, oratori, sovvenzionando pure altre opere di utilità pubblica. Negli anni 1805/6 le 21 confraternite piranesi allora operanti, tranne quelle del Ss. Sacramento e della Carità, furono soppresse dai decreti napoleonici.

Presentazione delle chiese e del patrimonio sacro

 
  1. Chiesa parrocchiale – collegiata di S. Giorgio
  2. Campanile
  3. Battistero
  4. Museo parrocchiale di San Giorgio
  5. Chiesa della Madonna della Neve
  6. Chiesa della Madonna della Consolazione
  7. Chiesa della Madonna della Salute
  8. Chiesa di S. Pietro
  9. Chiesa di S. Rocco
  10. Chiesa di S. Stefano
  11. Chiesa conventuale di S. Francesco d’Assisi
  12. Chiesa cimiteriale dei SS. Ermagora e Fortunato
 

Chiesa parrocchiale – collegiata di S. Giorgio

Baročni kompleks sv. Jurija

L’odierna chiesa parrocchiale-collegiata di S. Giorgio (tradizionalmente chiamata Duomo), è realizzata in stile veneto rinascimentale. Il primo edificio sacro cristiano sorse in questo sito tra il VI e il VII secolo. Le fonti attestano l’esistenza della parrocchia nel X sec., come suffragato anche dai resti delle strutture antiche custodite nel lapidario, datate tra il X e il XII sec. Nel 1344 fu consacrata la chiesa gotica a tre navate che sostituì l’antico fabbricato di tipo basilicale aquileiese. L’aspetto attuale si deve agli interventi di ristrutturazione che si protrassero dal 1595 al 1637. Il 25 aprile di quell’anno fu riconsacrata, sebbene i lavori, sia dentro sia fuori, non fossero ancora terminati. Dalla fine del Cinquecento e sino ai primi anni del XIX secolo il colle su cui sorge il complesso è stato consolidato mediante arcate e muri di sostegno. La monumentale facciata a capanna, scandita da elementi architettonici in pietra di Rovigno, realizzata nel primo decennio del Seicento dal mastro scalpellino veneziano Bonfante Torre, si rifà a un motivo ripreso dal manuale di Cesare Cesariano, discepolo di Bramante.

Baročni kompleks sv. Jurija
Ai lati del grande portale rettangolare sono poste due finestre centinate e le lapidi che ricordano le due cerimonie di riconsacrazione. La grande aula interna a pianta rettangolare con il soffitto ligneo piano decorato a cassettoni, il presbiterio e l’abside con il coro sono elementi tipici dell’architettura rinascimentale. Tra il 1881 e il 1882 l’edificio fu rinnovato secondo uno schema classicistico dall’architetto triestino Giovanni Righetti. La modifica più rilevante ha interessato le pareti, che furono dipinte con architetture neorinascimentali. Gli interventi di restauro, in corso dagli anni ’90 del Novecento, intendono restituire alla chiesa l’aspetto seicentesco. Tra le cornici di legno sul soffitto sono sistemate le tele con scene della vita di S. Giorgio: S. Giorgio uccide il drago, S. Giorgio in gloria e Il Martirio di S. Massimiano ed inoltre i quattro Evangelisti e i quattro Padri della Chiesa. I dipinti con il motivo a rosette intagliate e la rappresentazione dei sacramenti sono realizzati a monocromo (XIX sec.).

Notranjost cerkve sv. Jurija

La ristrutturazione da basilica a tre navate in chiesa ad aula determinò la riduzione del numero degli altari, collocati e arredati per intervento delle diverse confraternite. I quattro altari laterali nella navata, le due nicchie tra di essi e anche il pulpito si devono a Bonfante Torre, a sottolineare la sua più che evidente influenza sulla fisionomia rinascimentale degli interni della parrocchiale tra il 1615 e il 1640. Sulla parete meridionale ci sono l’altare di S. Cristoforo (1615) (con la pala raffigurante questo santo insieme a S. Diego) e quello della Madonna del Carmine (il dipinto omonimo è opera di Domenico Tintoretto, 1624/25); di fronte ad essi l’altare del Suffragio (1649) con la pala dei Santi Giulitta e Quirizio (Angelo Trevisani, 1712) e l’altare della Sacra Famiglia con la Natività e Santi. I due altari barocchi nelle nicchie ai lati dell’arco trionfale, pertinenti alla prima metà del Settecento, sono splendide creazioni dello scultore Paolo Groppelli e della sua bottega. Sull’altare del SS. Sacramento, del SS. Nome di Gesù o della Trinità si trova la Trinità e Santi, un dipinto sicuramente anteriore al rinnovo della chiesa poiché vi è riprodotta una veduta di Pirano con il campanile e il battistero ancora nel sito precedente (come nel quadro di Domenico Tintoretto in Palazzo comunale). Slava sv. Jurija Sull’altare della Madonna del Rosario, al posto della pala omonima (Giuseppe Angeli, XVIII sec.), è stata temporaneamente collocata una delle più belle sculture processionali, la statua lignea policroma e dorata della Beata Vergine del Rosario (prima metà del XVII sec., attribuita a Domenico Bevilacqua). Il gruppo scultoreo policromo con S. Giorgio a cavallo (Giovanni Maria Gasparini, XVIII sec.) è posto in una nicchia sulla parete nord; in quella di fronte c’è la statua di S. Nicola (prima metà del XVII sec., attribuita a Domenico Bevilacqua). La cantoria ospita l’organo, più volte rinnovato e restaurato, realizzato da Pietro Nacchini (1754/55). Sul soffitto del piccolo atrio dell’entrata principale c’è una tela con La cacciata dei mercanti dal Tempio (Ambrogio Bon, fine XVII sec.). Nell’abside è collocato l’altar maggiore (Gasparo Albertini, 1788), ristrutturato durante i rinnovi operati da Giovanni Righetti. Vi si trova la pala con la Madonna col Bambino, S. Giorgio, S. Nicola e S. Marco (seconda metà del XVIII sec.). Nell’abside di trovano anche il monumentale dipinto (alto 8,5 m) con Il Martirio di S. Giorgio (Giovanni Pagliarini, 1844) e il Crocifisso ligneo gotico (inizi del XIV sec.), per lunghi anni ospitato nel Battistero ma proveniente dalla chiesa di S. Bernardino. Nel presbiterio con volta a botte si trovano due grandi dipinti di Angelo de Coster (1705-1706) – S. Giorgio che protegge Pirano e Il miracolo della messa di Bolsena – ed inoltre la lapide commemorativa e la lastra tombale del vescovo N. Caldana.

Notranjost cerkve sv. Jurija Nel piccolo Museo parrocchiale si possono ammirare alcuni dei preziosi arredi e oggetti liturgici, tra questi la statua in argento di S. Giorgio a cavallo e un reliquiario a gamba. Meritano una visita anche il lapidario (dove si trova esposto il modellino ligneo più antico in Slovenia – la chiesa di S. Giorgio del 1590) e le evidenze archeologiche sottostanti, ossia le fondazioni dei fabbricati preesistenti, fino all’epoca preromana. Nel corso degli scavi condotti negli anni ‘90 del secolo scorso è stata rinvenuta una fibula di bronzo argentata a forma di pavone (V-VII sec. d.C.). Sono da ricordare inoltre l’Archivio capitolare nel quale si conservano lettere, manoscritti, alcuni tra i più antichi libri parrocchiali esistenti in Slovenia e i libri delle confraternite piranesi, nonché la Biblioteca, con volumi pertinenti in gran parte al Cinque e Seicento, ma anche alcuni incunaboli.

Gotski Križani

Notevole pure la sacrestia, completamente conservata negli arredi barocchi: vi sono custoditi una ricca collezione di dipinti di importanti artisti veneti, un reliquiario barocco e altre pregevoli suppellettili. In chiesa mancano alcune eccezionali opere d’arte che nel 1940 furono spedite in Italia per metterle al sicuro dai pericoli della guerra e che attendono di essere restituite, tra cui il prezioso polittico con la Madonna col Bambino in trono e due angeli e la Crocifissione di Paolo Veneziano (1355) e la già ricordata Beata Vergine del Rosario di Giuseppe Angeli. Una straordinaria creazione barocca è anche la statua lignea di S. Giovanni Battista che era posta sull’acquasantiera accanto all’ingresso, oggi sostituita da una copia in bronzo. Le 15 stazioni della Via Crucis, realizzate nella tecnica della fusione in vetro, sono opere dell’artista piranese Mira Ličen (2013). Nei depositi della chiesa ci sono molti altri arredi sacri – preziose suppellettili, reliquiari, statue e fanali processionali, ecc. – che necessitano di restauro.

 
Sv. Jurij


 

Campanile

Nadangel Mihael

In origine il campanile era posto davanti alla chiesa. Agli inizi del XVII sec., in occasione del radicale rinnovo del complesso, l’antica torre campanaria fu demolita e quindi ricostruita su modello del campanile rinascimentale della chiesa di S. Marco a Venezia. Eretta dal 1600 al 1615 tra il presbiterio della collegiata e il futuro Battistero, insieme alla statua girevole dell’Arcangelo Michele che funge da segnavento si sviluppa in altezza per 46,45 metri.

Zvonik

Dalla cella campanaria si gode un eccezionale panorama. Delle quattro campane oggi esistenti, quella che batte le ore e apparteneva al vecchio campanile risale al 1477.

Nel 2015 la cella è stata restaurata e vi sono state collocate due nuove campane, dono di una parrocchia berlinese: le due vecchie e danneggiate sono ora alloggiate nel giardino della canonica. Un prezioso monumento del patrimonio tecnico è anche il meccanismo dell’orologio.

 


 

Battistero

Krstilnica

Il Battistero (chiesa di S. Giovanni Battista) è l’ultimo degli edifici eretti nel corso degli interventi di ristrutturazione del complesso sacro sul colle nella prima metà del Seicento (ma i lavori all’interno terminarono appena alla fine del secolo) in sostituzione di quello trecentesco che in origine, come il vicino campanile, sorgeva di fronte al Duomo. Il nuovo fabbricato, coperto da un tetto a cupola con un lucernaio, ha mantenuto la pianta ottagonale di quello precedente, di cui conserva due rilievi murati all’esterno e una piccola finestra a transenna.

Nel 1975, durante gli interventi di rinnovo degli interni, la decorazione pittorica realizzata sul soffitto da Ignazio Calassi nel 1893 è stata rimossa perché molto danneggiata e a tutto l’ambiente è stato restituito il primitivo aspetto barocco. L’altare maggiore fu eseguito tra il 1691 e il 1693 da Iseppo e Pietro Manaresi su progetto di Giovanni Sartori ed ospita una pala di fine Seicento con il Battesimo di Cristo, opera di un pittore veneto. Nel 1694 Iseppo Manaresi realizzò, insieme al piranese Andrea Torre, anche la gradinata a doppia rampa che porta al battistero.

Notranjost krstilnice

Il Torre eseguì pure l’altare di S. Ulderico in cui è posta una Madonna col Bambino e Santi, recentemente attribuita ad Ambrogio Bon (seconda metà del Seicento). Il terzo altare, più tardo, è dedicato alla Vergine Addolorata, come attestato anche dalla pala, opera del triestino Ferdinando Quajati (seconda metà del XIX sec.).

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L’elemento più antico è la vasca battesimale, ricavata da un’ara sepolcrale romana del I sec. d. C., che è forse stata traslata qui dall’antico Battistero.

Sui fianchi più lunghi è scolpito un putto alato che cavalca un delfino (simbolo classico del passaggio all’oltretomba). L’8 aprile del 1692 fu battezzato in questo edificio anche il famoso violinista e compositore piranese Giuseppe Tartini.


 

Museo parrocchiale di San Giorgio

La chiesa di San Giorgio ospita anche il Museo parrocchiale di San Giorgio, che comprende un tesoro, un lapidario e una grotta archeologica.

Nel tesoro sono esposti alcuni dei ricchi arredi e oggetti rituali. Spiccano la statua d’argento di San Giorgio a cavallo e il reliquiario a forma di piede. Meritano una visita anche il lapidarium, che contiene il più antico modello in legno della Slovenia – la chiesa di San Giorgio del 1590 – e la grotta archeologica.

L’area della grotta mostra i resti delle fondamenta di precedenti edifici risalenti al periodo pre-romano. Durante gli scavi degli anni ’90 è stata rinvenuta una fibula in bronzo argentato a forma di pavone del V-VII secolo.

altro..


 

Chiesa della Madonna della Neve

Marija Snežna

Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 1404, anno in cui fu costruita grazie al lascito di Engaldruda de Vanto. L’impianto originario di questo edifico gotico è stato mantenuto dall’aula con volta a crociera e arco trionfale a sesto acuto, mentre il presbiterio e la cupola sono aggiunte del periodo barocco. L’altare fu realizzato nel 1669 da Antonio Trevisan su progetto di Bonfante Zorzi, mentre la pala con la Madonna della Neve è opera di Ambrogio Bon (1705).

Il soffitto è decorato da un affresco illusionistico (probabilmente del XIX sec.) mentre le pareti da dipinti ad olio di autori diversi che raffigurano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, inseriti in cornici intagliate e dorate del 1666, opera di Battista Marangon da Montona.

Sulla parete nord è collocato un ciclo di tele di metà Seicento, attribuite al piranese Tommaso Gregolin.

Slavoločna stena Notranjost

Due quadri sulla parete sud sono riproduzioni di quelli rubati negli anni ‘90 del secolo scorso. Nella lunetta ad ogiva dell’arco trionfale c’era un dipinto legato al Miracolo della Neve (oggi sistemato sulla controfacciata) ed un altro con l’Annunciazione sulle pareti dell’arco stesso (ora custodito nella canonica), entrambi del XVII sec.

Durante i lavori di restauro condotti nel 1969, sotto questi dipinti sono state scoperte delle pregevoli pitture realizzate a tempera su tavola: la Crocifissione, inserita nel profilo ad arco acuto della volta (1450-1460, attribuita a Nicola di Antonio da Pirano) e l’Annunciazione, posta ai lati dell’arco trionfale (1430 circa, pittore veneziano). Si tratta degli unici esempi di pittura su legno del periodo gotico ancora conservati nella parte slovena dell’Istria.


 

Chiesa della Madonna della Consolazione

Marija Tolažnica

Secondo la tradizione, la chiesa fu eretta nel 1439 dalla Confraternita della Madonna della cintura ma del suo aspetto originario non abbiamo nessuna traccia, infatti, sia gli interni sia il manto esterno furono completamente ristrutturati in stile barocco agli inizi del Seicento, incorporando in un unico edifico anche la medievale chiesa di S. Michele che le era stata unita nel 1570.

La facciata principale richiama quella della Collegiata. Sul lato nord del tetto a due spioventi è impostato un campanile a vela. Il soffitto piano della navata presenta una decorazione perimetrale a stucco e un medaglione centrale con l’occhio di Dio (la Provvidenza); la volta del presbiterio, invece, conchiglie e foglie al cui centro campeggia una colomba. L’altar maggiore di marmo (attribuito a G. Sartori) ospita un tabernacolo sopra al quale due angeli alati sorreggevano la cornice di un’icona bizantina del Duecento raffigurante la Madonna col Bambino, immagine miracolosa traslata in loco dall’ospedale.

Brustolonov okvir - Marija dobrega sveta

Alcuni anni orsono un atto vandalico ha danneggiato l’originale, che è stato quindi messo al sicuro. Sovrasta la cornice una statua lignea più tarda di S. Michele. L’opera più preziosa della chiesa, la pala d’altare con la Madonna della Cintola attribuita a G.B. Tiepolo, fu portata in Italia nel 1940.

La parte inferiore delle pareti è ricoperta da un pregevole intarsio in legno di noce datato alla metà del XVIII secolo, corredato da una panca e da due confessionali. Decora la parete della controfacciata una grande cornice riccamente intagliata di inizio Settecento, opera di Andrea Brustolon e bottega.

Vi si trova un dipinto seicentesco riferibile a un pittore veneto (Madonna del Buon consiglio – Madonna col Bambino).

Bizantinska ikona

Il programma iconografico della ricca produzione pittorica presente nella chiesa si ricollega alla Confraternita della Madonna della cintura, ossia al culto mariano della cintola, raccolto dagli ordini monastici agostiniani. La maggior parte delle opere è costituita da pregevoli tele di area veneziana, risalenti al Settecento.

Sulla parete nord: La processione di S. Pulcheria alla Calcoprateia, la Vestizione di Sant’Agostino (attribuita a F. Fontebasso o al giovane Tiepolo) e la Madonna e S. Tommaso apostolo (assegnata a F. Fontebasso o a G. Angeli); sulla parete sud: la Madonna e S. Monica (Pulcheria?) (ritenuta di F. Fontebasso o G. Angeli), la Vocazione di Sant’Agostino (attribuita a F. Fontebasso o al giovane Tiepolo) e S. Tommaso apostolo sposta un vascello per il re di Coromandel grazie alla cintura donatagli dalla Madonna.

Oltar v cerkvi Marije Tolažnice

Nove delle lastre del pavimento recano i nomi dei defunti sepolti in chiesa; presso l’entrata quella della Confraternita, datata 1720.

 


 

Chiesa della Madonna della Salute

Marija Zdravja

L’antica chiesa fu consacrata nel 1274. Dedicata a S. Clemente, protettore dei marinai, nel 1632 fu intitolata anche alla Madonna della Salute in segno di devozione per lo scampato pericolo della peste. Nei secoli ha subito molti restauri, una radicale ristrutturazione nel 1490, un significativo ampliamento nel 1736 e la definitiva trasformazione in stile barocco tra il 1773 e il 1778 su progetto dell’architetto Zuanne Dongetti.

L’interno ad aula, con il soffitto ligneo piano ornato da stucchi con nel campo centrale l’allegoria della Carità, ospita tre altari barocchi in marmo di Carrara, tutti opera di Gaspare Albertini. Sull’altar maggiore (1779), decorato da un pregevole rilievo raffigurante la Presentazione di Gesù al tempio, una pala con la Madonna col Bambino, S. Clemente e un altro vescovo (di Matteo Furlanetto). L’altare di sinistra (1789) è consacrato a S. Francesco di Paola, quello di destra a S. Luigi Gonzaga (1794).

Notranjost

Il dipinto coevo, con S. Tommaso e S. Luigi, è stato anch’esso attribuito a Matteo Furlanetto. La chiesa custodiva ricchi arredi e numerose immagini votive. La facciata postica è inclusa in un massiccio bastione risalente al 1506.

L’antico campanile a torre, varie volte ristrutturato, ha acquistato le forme attuali a metà Ottocento: ricostruito in stile neogotico, presenta una pianta rotonda e un’altezza di 40 piedi come imposto dalle autorità militari austriache. La chiesa, il bastione e il faro sono collegati a formare un tutt’uno che nei secoli servì per le esigenze religiose dei fedeli, da faro per i naviganti ed ebbe un’importanza strategica per la difesa della città. Attualmente la chiesa è oggetto di importanti interventi di restauro e quindi tutti gli arredi e le suppellettili sono stati depositati al sicuro.


 

Chiesa di S. Pietro

Sveti Peter

Si tratta di una delle chiese più antiche di Pirano, eretta al margine dell’antico mandracchio nel 1272, quindi ancor prima della costruzione del palazzo comunale veneziano al di fuori della cinta muraria, grazie al lascito di Bona, vedova di Giovanni de Vitale.

Causa il cattivo stato in cui si trovava la chiesetta romanico – gotica, essa fu completamente ristrutturata nel 1818. La facciata neoclassica, progettata dall’architetto Pietro Nobile, è decorata da un bassorilievo in pietra raffigurante Gesù mentre consegna le chiavi a S. Pietro, opera dello scultore Antonio Bosa.

L’interno è caratterizzato da dipinti murali con una decorazione vegetale realizzati nella tecnica a secco, oramai raramente conservati, risalenti probabilmente alla fine dell’Ottocento, forse ascrivibili a Ignazio Calassi che in quel periodo operava in territorio piranese.

Le indagini compiute su questi dipinti hanno individuato, sotto quella attuale, una decorazione pittorica pertinente alla prima metà del XIX sec. L’altare barocco, acquistato a Venezia, era probabilmente appartenuto a una chiesa soppressa.

Notranjost cerkve sv.Petra

Risale alla fine del Seicento o ai primi anni del Settecento il tabernacolo di marmo con un baldacchino di legno dipinto e dorato sorretto da due angeli. La pala d’altare raffigura l’Immacolata con Sant’Agnese. Sopra la predella ci sono le statue lignee di S. Pietro e di S. Paolo.

 


 

Chiesa di S. Rocco

Sveti Rok

Le prime notizie documentate su queste edificio sacro, dedicato al santo protettore degli appestati, degli invalidi e dei prigionieri, sono riportate in un testamento piranese del 1557. Il suo aspetto odierno si deve ad una ristrutturazione operata in stile barocco nel Seicento.

L’interno, a navata unica con il soffitto decorato a stucco e un dipinto centrale, ha una terminazione absidata con un grande oculo (1649) ed è dominato dall’altare marmoreo risalente a metà Settecento che si deve al lapicida e scultore pordenonese Giovanni Battista Bettini.

Notranjost cerkve sv. Roka

Vi si trovano le statue lignee della Madonna, S. Sebastiano e S. Rocco, originariamente dipinte ad imitazione del marmo bianco (Michele Fanoli,1729).

Sopra l’altare è appeso un grande baldacchino dorato, opera di fine Ottocento della bottega piranese dei Zarotti. Da segnalare, oltre agli arredi, anche la pila per l’acqua santa in pietra d’Orsera, che la Confraternita di S. Rocco fece realizzare nel 1662.

 


 

Chiesa di S. Stefano

Sveti Štefan

Non ci sono dati d’archivio in merito all’epoca della sua erezione, ma è noto che nel Due/Trecento vi si riunivano i cittadini piranesi quando dovevano prendere decisioni importanti. Risale alla prima metà del XVIII sec. la ricca decorazione in pietra, attribuita allo scultore veneziano Paolo Groppelli, collocata sopra il portale d’ingresso all’epoca della ristrutturazione barocca. La chiesa era chiamata anche “del Crocifisso” per via della pala posta sull’altar maggiore.

Notranjost sv. Štefana

Ora vi si trova un antico Crocifisso ligneo con ai lati le statue di S. Stefano e S. Lorenzo (XIX sec.). Gli altari della chiesa furono realizzati da Giovanni Battista Bettini (uno nel 1755 e l’altro entro il 1778). La pala sull’altare di destra, la Madonna del Buon Consiglio con i santi Stefano e Lorenzo, è opera di Matteo Furlanetto. Quello di sinistra ospitava l’Annunciazione di Matteo Ponzone, dipinto che, al pari di altre preziose opere d’arte, fu portato in Italia nel 1940.

Sul soffitto piano della navata una decorazione a stucco in stile rococò inquadra un dipinto raffigurante la Lapidazione di S. Stefano firmata “Avgustini” (inizi del XX sec.). Dietro l’altar maggiore, una scala di pietra conduce al grande ambiente nel sottotetto in cui si svolgevano le riunioni della confraternita della Buona Morte (di cui si conservano ancora due insegne processionali esposte in chiesa). Le nuove vetrate con i simboli degli evangelisti sono opera di Mira Ličen Krmpotić (1998).


 

Chiesa conventuale di S. Francesco d’Assisi

Sveti Frančišek

La costruzione della chiesa di S. Francesco dei Frati Minori ebbe inizio nel 1301 su invito dell’allora podestà Piranese M. Manolesso e fu completata nel 1318, come ricorda la lapide commemorativa murata sulla destra della facciata. L’edificio fu eretto in stile gotico con gli elementi tipici delle prime chiese francescane. Il presbiterio era voltato, mentre la navata aveva probabilmente la capriata lignea a vista.

Notranjost cerkve sv. Frančiška

Nel corso dei secoli la chiesa ha subito diverse radicali ristrutturazioni, tuttavia le tracce del fabbricato primitivo sono tuttora visibili e leggibili nel presbiterio, soprattutto grazie ad elementi gotici ancora murati nel sottotetto, ai resti di affreschi (oggi coperti) sia nell’aula sia nel campanile e anche alle finestre archiacute conservate sulla controfacciata e sulla parete verso il convento. Sul muro esterno del presbiterio è murata la copia della testa di una scultura romanica (l’originale si trova nella pinacoteca).

La fisionomia barocca attuale degli interni risale in gran parte al Sei/Settecento, mentre il prospetto in stile eclettico fu eseguito su progetto di Giovanni Righetti nel 1887. Nella lunetta sovrastante il portale è ospitato un gruppo scultoreo, qui trasferito dal chiostro, con una Gloria di cherubini, ultimamente attribuita a Paolo Callalo (fine XVII/inizi del XVIII sec.), mentre sopra la lunetta c’è l’insegna dei Frati Minori. L’altar maggiore, su cui è posto un baldacchino del 1904, opera della bottega piranese dei Zarotti, risale al 1787.

Dietro ad esso, nel presbiterio, si trovano gli stalli del coro (1736-1742), un quadro della fine del XVI o degli inizi del XVII sec., opera di un pittore veneto (Carletto Caliari, figlio di Paolo Veronese), raffigurante la Madonna col Bambino e S. Francesco, S. Chiara, Sant’Antonio da Padova e S. Lodovico IX re di Francia, un dipinto con Sant’Antonio da Padova di un pittore veronese della prima metà del XVI sec. e di fronte ad esso La traslazione a Loreto della casa di Nazareth di Andrea Celesti (XVII sec.).

Molitveni kor

Nella chiesa ci sono altri cinque altari laterali: accanto all’ingresso, sulla destra, quello di Sant’Antonio da Padova (Giovanni Sartori, 1690) e a sinistra quello ligneo, dedicato a S. Giuseppe da Cupertino. La più prestigiosa tra le creazioni scultoree presenti nella chiesa è indubbiamente l’edicola rinascimentale posta nella parte nord della navata laterale.

Renesančna niša

Risalente al 1502, decorata con tipici motivi lombardeschi e da alcuni studiosi attribuita ai da Bissone, in origine fungeva da baldacchino/tribuna dell’altar maggiore. Nel Settecento il baldacchino fu smantellato e nel 1887 i suoi elementi, ricomposti sotto la direzione di Giovanni Righetti, furono trasformati nell’edicola attuale per accogliere l’opera d’arte più preziosa ospitata nella chiesa, ovvero la Madonna e Santi di Vittore Carpaccio del 1519, dipinto che nel 1940 fu trasportato a Padova e attende di essere restituito. Il secondo altare in pietra in questa navata è dedicato alla Madonna e il terzo a S. Sebastiano. Molto bello e prezioso è pure il pulpito d’inizio Cinquecento con le effigi dei quattro evangelisti.

I resti del pulpito più antico, con una decorazione dipinta in stile rinascimentale, sono custoditi nel convento. Il primo organo di cui si ha notizia in S. Francesco fu realizzato dai fratelli Vicentini (1535), poi sostituito da quello nuovo, opera di Antonio Callido (1794), a sua volta modificato nel 1897 da Annibale Pugina. La decorazione dipinta sul soffitto, della seconda metà del Settecento o del primo Ottocento, raffigura la SS. Trinità in gloria circondata da angeli musicanti con diversi strumenti. La chiesa vanta anche altri pregevoli dipinti di autori veneti del Sei e Settecento: sulla parete meridionale l’Ultima cena (ottima copia da Palma il Giovane) e la Pentecoste (Angelo Mazzin, prima metà del XVI sec.), su quella settentrionale, sopra gli archi della navata centrale, le tele ovali con gli Evangelisti, opera di Gregorio Lazzarini (1655-1730) e S. Giuseppe.

In chiesa sono conservate le tombe di 32 famiglie. L’ultima sepoltura risale al 1882. La maggior parte delle lastre tombali non ha indicazioni di sorta, come era per quella dei Tartini, che nel 1699 ebbero in dono la sepoltura per le donazioni fatte al convento. Nel 1992, in occasione del 300° anniversario della nascita del compositore Giuseppe Tartini e dopo il ritrovamento di un documento con l’indicazione precisa del sito, la comunità conventuale vi ha fatto incidere un’iscrizione in latino. Tra le nuove acquisizioni da ricordare la Via Crucis e un dipinto raffigurante S. Massimiliano Kolbe, opere della pittrice Mira Ličen Krmpotić (1995, 2001). È parte della chiesa anche il campanile che, originariamente più basso, fu sopraelevato in epoca barocca (1715).

Convento dei Frati Minori di S. Francesco e chiostro

Samostan

I Frati Minori giunsero a Pirano sicuramente prima dell’edificazione della loro chiesa e del convento nel 1301. Presero dimora presso la chiesa cimiteriale di S. Caterina d’Alessandria, a quel tempo fuori dalla cinta urbana, e accanto ad essa eressero un primo cenobio, la cui esistenza è attestata dai resti di epoca gotica e rinascimentale nella struttura dell’ala est del complesso.

Faceva parte dell’antico convento anche la chiesetta di S. Giovanni (l’odierna pinacotheca minorum), della quale restano le bifore gotiche, ed il refettorio, con frammenti di affreschi e una nicchia gotica. L’antico, modesto chiostro con una tettoia di legno fu sostituito da uno tardo barocco. Nell’occasione si costruirono anche nuovi ambienti al di sopra delle sue arcate. La prima relazione sui lavori risale al 1676, anno in cui fu riparato e ripavimentato un angolo del chiostro.

Križni hodnkik

Fu realizzato invece nel 1694 il suo monumentale ingresso. Il complesso conventuale assunse l’aspetto odierno agli inizi del Settecento (Giovanni Sartori), epoca in cui fu restaurato anche il campanile. Negli anni 1745-1756, per provvedere meglio alla raccolta dell’acqua piovana, si impose la costruzione di una cisterna e la rifacitura del pozzo, nuovamente rinnovato nel 1903. Nella pinacoteca del convento sono esposte preziose opere d’arte di Gregorio Lazzarini (La Samaritana, S. Girolamo, S. Maria Maddalena, S. Pietro, S. Paolo) e di altri pittori veneziani (Il miracolo di S. Francesco) e frammenti lapidei gotici. Sempre di scuola veneta sono i ritratti di papi minoriti e l’Ultima cena conservati nel refettorio.

Pure negli altri ambienti del convento si trovano pregevoli dipinti del Sei e Settecento, ma anche di epoche più recenti. Di grande interesse è inoltre la biblioteca del convento, ricca non soltanto di un consistente fondo librario pertinente al XVII e il XVIII secolo, ma anche di alcuni incunabuli. L’Archivio conserva una cospicua documentazione dal XVI secolo in poi. Come in passato, anche oggi il convento è un punto di incontro tra la vita spirituale e quella culturale dei religiosi e dei cittadini nonché un rifugio per le confraternite e la Famiglia francescana (tutt’ora operante). Nel corso dei secoli nel cenobio e attorno ad esso si sono svolte diverse attività.

I frati tenevano scuola nel convento, in particolare ai postulanti e ai novizi, ma insegnavano pure nel circondario. Tra gli allievi più noti vi fu anche Giuseppe Tartini, che apprese le basi musicali proprio qui. Dal convento di Pirano uscirono due vescovi, 12 provinciali nonché eccellenti predicatori e scienziati, tra cui anche p. Traversari, uno dei più eruditi teologi del Quattrocento. I Frati Minori svolsero qui la loro missione sino il 1954, anno in cui furono cacciati dal convento. L’edificio, nazionalizzato, ospitò una casa di riposo per anziani, la Scuola media per infermieri e l’Archivio civico. Dopo la denazionalizzazione, avvenuta nel 1997, i frati diedero subito inizio al totale restauro del complesso. Nel chiostro si organizzano di frequente concerti e altre manifestazioni culturali.

Ex chiesa di S. Caterina d’Alessandria

 

L’ex chiesa di S. Caterina del XIII sec. rappresenta la parte più antica del complesso conventuale di S. Francesco d’Assisi e uno degli edifici sacri più datati tra quelli ancora esistenti a Pirano. In origine fungeva da chiesa cimiteriale in una delle aree di sepoltura situate all’esterno della cinta muraria medievale. Con l’erezione del convento e della grande chiesa di S. Francesco la sua importanza si ridusse notevolmente. Quando fu realizzato il nuovo chiostro, una parte del muro di S. Caterina fu abbattuto per sopraelevarla e costruirvi delle nuove celle. Era il 1707 e da allora la chiesa non fu più usata per le funzioni religiose. Nel 1846 ci fu un altro cambiamento: il convento cedette l’ex chiesa al comune, che la usò a scopi scolastici sino al 2002, quando fu restituita al primitivo proprietario. Nel 1975 e poi negli anni 2001-2006, l’edificio è stato sottoposto a diversi lavori di restauro, compresi gli scavi archeologici, interventi che si sono conclusi nel 2014. Oggi è un ambiente polifunzionale.

Dell’antica struttura architettonica sono ancora visibili due finestre gotiche, i contorni del rosone che un tempo si apriva sopra l’ingresso e due intonaci: uno gotico e uno rinascimentale. Nel corso delle indagini sono state rinvenute una fossa-ossario e tre tombe. Due sono pertinenti alla costruzione primitiva: una è probabilmente quella riservata alla confraternita di S. Caterina, che qui aveva sede, l’altra è della nobile famiglia piranese dei Furegoni ovvero De Pretho. La terza, la più grande e sontuosa, risale al XVI/XVII secolo ed è anch’essa della famiglia De Pretho. Sulla parete nord è collocato un dipinto seicentesco raffigurante S. Caterina d’Alessandria con S. Lucia e S. Apollonia.


 

Chiesa cimiteriale dei SS. Ermagora e Fortunato

Secondo alcune fonti sembra che già nel 1765 il Consiglio municipale di Pirano intendesse trasferire extra muros il cimitero allora ubicato nell’area dell’odierno giardino della canonica, ma il progetto fu realizzato da Pietro Gregoretti appena nel 1812, in epoca napoleonica.

Negli anni ’60 dell’Ottocento fu necessario ampliare il camposanto: in quell’occasione si costruirono anche l’edificio d’ingresso con le cappelle e la chiesetta dei SS. Ermagora e Fortunato, entrambi progettati in stile neogotico dall’architetto Giuseppe Moso e consacrati nel 1862 da Bartolomeo Legat, vescovo di Trieste e Capodistria.

 

Testo tratto dall’opuscolo Il patrimonio sacro di Pirano, edito da “La Società dei Tesori di San Giorgio”, 2017.

Foto: Zorko Bajc